Criteri editoriali per chi propone articoli per La Rafanhauda
Coloro i quali vogliono proporre
un articolo da pubblicare su «La Rafanhauda», pubblicazione dell’Associazione
culturale Renaissença Occitana, devono redigerlo attraverso i seguenti criteri
editoriali che sono stati recentemente discussi ed approvati dal Comitato di Redazione della rivista. Diversamente, il lavoro proposto non verrà preso in considerazione
dal Comitato di Redazione.
1. Per la scrittura di articoli, di parte di essi o di parole o
frasi in occitano, in qualsiasi sua varietà diatopica, sono accettati quali
criteri grafici solo ed esclusivamente
la grafia dell’IEO e la grafia detta unitaria di Bouvier-Coletto. Per studi
linguistici si può affiancare ad esse, come supporto, l’uso dell’IPA. L’autore
che inserisce nel testo termini o toponimi in occitano o compone l’articolo in
una delle varietà di tale lingua facendo uso di altro sistema grafico perché non in grado di usare la grafia
dell’IEO o la unitaria, al momento della consegna del lavoro deve
comunicarlo prontamente al Comitato di Redazione che provvederà alla ritrascrizione
del testo in una delle suddette grafie ammesse. Per eventuali testi in
piemontese si richiede l’uso della grafia piemontese moderna.
2. Per indicare quella sezione di territorio che va da
Chaumont / Chiomonte a Bardonecchia e Cesana è da preferire la dizione alta valle
della Dora Riparia (o consimili) ad alta valle di Susa. Più precisamente non è accettato il termine alta valle di
Susa ma solo quello alta valle della Dora Riparia quando si fa riferimento
alla suddetta area dal punto di vista geografico, culturale e linguistico e,
dal punto di vista storico, quando si fa riferimento alla suddetta area sia in
periodo ante 1713 sia tra tale data e il ventaglio 1914-1917 che segna l’inizio
del secolo breve. L’impiego di alta valle della Dora Riparia rispetto ad alta
valle di Susa è ancora da preferire quando si fa riferimento a tale area dal
punto di vista storico a partire dal 1914-1917 ma, previo preliminare accordo
con il Comitato di Redazione, la dizione alta valle di Susa può essere accettata solo su particolari e motivate esigenze. Per quanto riguarda invece tutta la
valle, dalle Chiuse all’alta valle compresa, è accettata solo ed esclusivamente
la dizione valle della Dora Riparia se ad essa si fa riferimento dal punto di
vista geografico, geologico, culturale e linguistico o storico per il periodo
preistorico, per la storia antica, medievale e moderna. Dal punto di vista
storico in riferimento all’età contemporanea (a partire dalla Rivoluzione
francese) sono accettate invece sia la dizione valle della Dora Riparia sia
valle di Susa anche se la prima continua ad essere preferita alla seconda.
3. Cercare di evitare, ovunque possibile, i termini nazione,
nazionale e consimili (ad esempio confini statali o confini di stato anziché confini
nazionali).
4. Per immagini, fotografie, carte geografiche e linguistiche,
grafici ed appendici, l’autore si rivolga preventivamente al Comitato di
Redazione per comprendere secondo quali
criteri strutturare l’oggetto e se vi è la possibilità di pubblicarlo a colori
o solo in bianco e nero. La posizione del loro eventuale inserimento nel
testo avverrà sulla base delle possibilità di impaginazione del Comitato di Redazione,
nei limiti del possibile in conformità ad eventuali indicazioni dell’autore.
Deve essere cura degli autori degli articoli fornire il permesso di
pubblicazione delle fotografie o della riproduzione di manoscritti o consimili.
5. Le note, in corpo minore, sono numerate in progressione. Non è
ammesso l’inserimento di note a titoli o sottotitoli o parte di essi.
Ringraziamenti generali, dediche ed altre annotazioni eventuali possono trovare
inserimento in calce alla prima pagina dell’articolo, in corpo minore sopra la
prima nota inserita, senza asterischi al titolo e senza numerazione.
6. Abbreviazioni: eccetera > etc.; circa > ca (senza punto
fermo); vedi > vd.; confronta > cfr.; sopra > supra (in corsivo); sotto > infra
(in corsivo); per le misure cm, m, km e via discorrendo (senza punto fermo);
per i documenti recto > r (in
corsivo e senza punto fermo) e verso > v
(in corsivo e senza punto fermo).
7. Numeri e date. L’intervallo di anni va riportato sul modello di
1872-1889 e non su quello di 1872-89; l’intervallo di pagine va riportato sul
modello di pp. 162-168 e non su quello di pp. 162-8. I numeri vanno riportati
in lettere, ad eccezione di informazioni statistiche o quantitative. Le date,
eccetto che eventualmente in appendici o grafici, vanno sciolte (esempio: 21
dicembre 1963 e non 21/12/1963 o 21-12-1963, con il mese che va sempre
riportato con iniziale minuscola e mai maiuscola). Ancora, si scrive il
Trecento e non il ‘300, gli anni Ottanta e non gli anni ’80. I numeri romani
non vogliono mai l’esponente (esempio: XXV e non XXV°).
8. Ogni dato e informazione
inseriti vanno giustificati indicando la fonte o le fonti da cui si è attinta
l’informazione. Per il sistema bibliografico sono accettati sia il sistema
autore-opera o tradizionale sia il sistema autore-anno o americano. Il primo è
da preferire nel caso di testi brevi e/o con un limitato numero di riferimenti
bibliografici.
9. Gli esponenti di nota devono sempre essere posti prima del segno
di punteggiatura. In rapporto alle parentesi la posizione dell’esponente di
nota dipende da quale sia il concetto cui l’esponente si riferisce (se al
concetto tutto della frase anche nella sua parte precedente alla parentesi e allora va posto all’esterno o se
all’ultimo concetto interno alla parentesi e allora va posto all’interno).
10. Uso delle virgolette: «virgolette doppie basse dette a
sergente» per la testata dei periodici, riviste o giornali (la testata va
sempre in tondo in qualsiasi lingua sia) o, se ritenuto necessario dall’autore,
per rendere espressioni comunemente usate); “virgolette doppie alte” per le citazioni
(le citazioni devono riportare il testo così come si presenta nella fonte senza
modifica alcuna, ogni modifica grammaticale o integrazione al testo citato va
posta tra parentesi quadre); ‘virgolette semplici alte’ per enfatizzare un
termine o per denotare un uso diverso da quello comune.
11. Uso di corsivo, sottolineato e neretto. Non è ammesso l’uso del
sottolineato se non già presente in testo citato o se non in specifici casi
concordati preventivamente con il Comitato di Redazione. L’autore deve cercare
di fare uso il meno possibile del neretto e solo quando è strettamente
necessario. Il corsivo va impiegato in vocaboli stranieri, per enfatizzare una
parola e per citare titoli di libri e di articoli (qualsiasi sia la loro
lingua) o di parte di opere (come ad esempio Appendice o Introduzione).
12. In articoli di carattere linguistico, il significante (in
qualsiasi lingua sia) va in corsivo e il significato (in qualsiasi lingua sia)
va tra virgolette alte semplici.
13. L’ordine sia nel corpo di testo che in elenco è sempre Nome e
Cognome e mai viceversa (se non in citazione di testi che presentano l'ordine invertito).
14. Nelle sigle non va posto il punto fermo tra una lettera e l’altra:
IEO e non I.E.O., ANPI e non A.N.P.I., PCI e non P.C.I., CAI e non C.A.I. e via
discorrendo.
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